Un anno fa iniziavano le riprese de “Le vie della lana”

Camminando con loro, abbiamo camminato anche un po’ dentro di noi.
Un anno fa, a maggio 2024, iniziavano le riprese del nostro documentario “Le vie della lana”. E sì, è stata un’avventura. Ma molto più di quello che ci aspettavamo.
Quando fai un documentario, scegli cosa mettere dentro l’inquadratura. Ma tutto quello che lasci fuori — i sorrisi, la stanchezza, le emozioni, le gambe a pezzi — prima o poi, rientra sempre. E raccontarlo è parte del gioco.
In questo caso abbiamo viaggiato in lungo e in largo in camper, abbiamo camminato per oltre 100 km, seguendo le greggi in transumanza e lavorando anche per 14, 16 ore al giorno! All’alba, con il sole a picco, sotto piogge torrenziali, in mezzo al fango. Dormivamo poco, mangiavamo in piedi.
Diciamocelo, qualche volta ci è venuto proprio da pensarlo: “Ma chi ce l’ha fatto fare?”
Eppure, oggi, ogni volta che ripensiamo a quei giorni — tra un selfie con le pecore, un caffè al volo e qualche momento di “collasso” — ci diciamo: ne è valsa la pena!
Gli uomini e le donne che abbiamo incontrato lungo la nostra strada ci hanno ispirato profondamente: persone che ogni giorno portano avanti mestieri antichi, spesso invisibili, dimenticati, ma fondamentali. Persone che non cercano riflettori, e che proprio per questo meritano di essere raccontate.
“Le vie della lana” non è solo un documentario: è stato un viaggio che ci ha cambiato, che ci ha fatto fermare, ascoltare, riflettere. Per noi di Kairostudio è questo il senso del nostro lavoro: raccontare vite che sembrano lontane e invece ci riguardano da vicino, dare spazio a chi vive e lavora in armonia con la propria terra.